Prima di andare al sodo della nostra guida SEO, facciamo una premessa.
Per far sapere che sei online devi, prima di tutto, farti trovare.
Se vuoi una risposta, se desideri acquistare un prodotto o un servizio, la prima cosa che fai oggi è interrogare il motore di ricerca. Dopodiché, prendi in considerazione i primi risultati che il web ti propone.
Quindi, alla domanda: come faccio a essere presente proprio tra quei primi risultati su cui i consumatori cliccano?
La risposta è: con la SEO!
- Che cosa significa?
- Che cosa vuol dire fare SEO?
- Quali sono le attività SEO?
- Cosa sono l’indicizzazione e il posizionamento?
- Quanto costa indicizzare un sito?
- Come aumentare la visibilità online?
Queste sono solo alcune delle mille e più domande che il semplice acronimo SEO riesce a scatenare nella mente delle persone.
In questa guida SEO troverai tutte le risposte. Si tratta di una guida completa in cui parleremo di questa disciplina in tutte le sue sfaccettature.
Scriviamo in quanto team di Nextre Digital, agenzia SEO specializzata, e con il desiderio di aiutare i clienti che sceglieranno di collaborare con noi a familiarizzare con i termini e le strategie che ritroveranno nel loro piano personalizzato.
Intraprendere un percorso di consulenza SEO è l’unico modo in cui otterrai il posizionamento garantito su Google, aumenterai la tua visibilità e accrescerai i tuoi risultati di business.
Quindi, anche se è un mondo in continua evoluzione, inizia a farti l’orecchio con i termini tecnici e a scoprire le nozioni di base per affrontare al meglio l’ottimizzazione del tuo sito web.
Questa guida sulla SEO è lunga proprio perché non abbiamo voluto tralasciare niente, quindi prenditi il tempo necessario o salva l’articolo per continuare a leggerlo in seguito.
E ora, iniziamo!
Cos’è la SEO
SEO sta per Search Engine Optimization, ovvero “ottimizzazione per i motori di ricerca”.
Si tratta di un insieme di pratiche e attività specifiche volte a rendere il tuo sito web, e ogni sua pagina, di facile lettura per i motori di ricerca. Lo scopo ultimo è il posizionamento organico del sito tra i primi risultati della SERP. Questo serve per aumentare la quantità e la qualità del traffico verso il tuo portale online.
In parole semplici, se gli utenti trovano te sul web quando fanno le loro ricerche e con i tuoi contenuti saprai rispondere con precisione fornendo le informazioni che stanno cercando, loro decideranno se comprare i tuoi prodotti o servizi.
In questo modo l’ottimizzazione ti porta un maggior numero di potenziali clienti che potrai convertire in clienti effettivi, aumentando le tue vendite.
Ma per poter ottenere questo felice risultato, devi anche farti apprezzare dal motore di ricerca che ha il compito di decidere quali siti web o e-commerce premiare e rendere immediatamente disponibili agli utenti.
Come spiegare la SEO a uno che non sa nulla di SEO
Oggigiorno, quando vuoi trovare delle informazioni relative a un qualsiasi argomento, apri il tuo motore di ricerca preferito (ad esempio, Google o Bing) e digiti esattamente ciò che stai cercando.
Mettiamo che tu voglia trovare i “migliori parrucchieri a Milano”.
Digitando queste parole nell’apposito campo di ricerca, ciò che ti aspetti di trovare sono una serie di risultati che rispondono alla tua esigenza. A ogni riga corrisponde una specifica pagina su un sito web che cerca di rispondere al tuo quesito.
Chiaramente, vuoi trovare pagine che ti parlino dei migliori parrucchieri a Milano, classificati in base alla loro storicità sul territorio, ai riconoscimenti ricevuti, ai feedback dei clienti, alla notorietà che si sono guadagnati con anni di carriera e quant’altro.
Il compito del motore di ricerca è proprio questo, mostrare all’utente il risultato più pertinente in base alla domanda che gli è stata posta.
E come fa Google a scegliere quali sono i risultati migliori da mostrare all’utente? Come fa a capire che in quella pagina sono contenute tutte le informazioni che lui sta cercando?
Questo dipende dalle informazioni che sono state scritte all’interno della pagina, che devono essere complete e interessanti, ma anche da tanti altri fattori come i link che portano a un determinato sito.
Immagina i link come tante persone che parlano di quella determinata cosa.
Più persone ne parlano, soprattutto se queste sono persone conosciute, più quella pagina deve essere importante!
Questi, e molti altri elementi, fanno parte della SEO.
Riassumendo: la SEO dice a Google di cosa stai parlando e Google propone il tuo contenuto alle persone che stanno cercando quelle informazioni.
La differenza tra SEO On Page e SEO Off Page

Esiste un’unica SEO? Non proprio.
L’enorme mondo della SEO deve essere diviso in due sottocategorie poiché la SEO opera in due sensi, uno interno e uno esterno. Le due categorie sono:
- SEO On Page: riguarda le attività svolte sul tuo sito e le informazioni contenute nelle singole pagine;
- SEO Off Page: si occupa di tutto ciò che è fuori dalle tue pagine, ma che rimanda ad esse, per creare autorevolezza sul web.
Analizziamo la SEO On Page e la SEO Off Page nei minimi dettagli per capire meglio di cosa si tratta e cosa puoi fare per avere il controllo su entrambe.
SEO On Page

Abbiamo detto che la SEO On Page riguarda l’ottimizzazione delle pagine web. Le macro aree che la riguardano sono:
- Parole chiave: ne parleremo in modo approfondito nel corso della guida, per ora ti basta sapere che la parola chiave, chiamata anche keyword, è formata da una o più parole che devono essere scelte ad hoc e inserite all’interno della pagina web per far capire al motore di ricerca l’argomento del tuo contenuto;
- Intestazioni: i titoli sono un elemento da curare con attenzione perché aiutano il motore di ricerca a capire la struttura del tuo contenuto, infatti l’H1 (titolo principale) è soltanto uno e gli altri sono H2, H3, H4, H5 e H6;
- Numero di parole: non esiste una regola, tuttavia il tuo contenuto non dovrebbe mai essere inferiore alle 500 parole se vuoi che si posizioni tra i primi risultati della SERP;
- Tag Title: è il codice HTML della tua pagina web che verrà visualizzato nella SERP e nel quale devono essere inserite le parole chiave;
- URL: il link della tua pagina web deve essere chiaro per spiegare l’argomento (non un insieme di numeri e lettere senza logica!) e deve contenere la parola chiave principale;
- Link interni: i link aiutano a dare maggiori informazioni agli utenti, devono quindi indirizzare verso pagine interne di approfondimento;
- Testo alternativo nelle immagini: le immagini sono importanti nella SEO On Page, infatti con l’associazione delle giuste parole chiave aiutano a posizionare l’immagine in Google Immagini;
- Mobile friendly: un sito responsive, quindi adattabile a qualsiasi schermo, ottiene maggiore considerazione dal motore di ricerca;
- Velocità di caricamento: una pagina (e di conseguenza un sito web) più veloce viene premiata.
La SEO On Page ha il compito di posizionare le pagine più in alto possibile sul motore di ricerca e guadagnare così molto traffico.
SEO Off Page

L’ottimizzazione della SEO Off Page riguarda essenzialmente la gestione dei link su altri siti che puntano al tuo.
Anche se hai creato i contenuti che le persone stanno cercando e li hai ottimizzati secondo le accortezze appena viste, sono necessarie altre strategie per ottenere il posizionamento.
Le tue pagine web devono apparire di qualità, dunque hanno bisogno di acquisire autorevolezza.
Le tecniche di SEO Off Page ti permettono di migliorare la percezione riguardo al tuo sito sia da parte degli utenti che del motore di ricerca. I link sono il modo migliore per stabilire l’autorità e per dare ancora più valore ai tuoi contenuti.
In particolare, la SEO Off Page riguarda:
- Link in entrata: sono i link che da altri siti rimandano al tuo (chiamati anche “backlink”), i quali dovrebbero essere dofollow (vedremo poi cosa significa) e provenienti da siti autorevoli (non da siti spazzatura);
- Guest post sui blog: i siti web personali, o blog, sono la principale fonte di link per i siti altrui e questi vengono generalmente creati attraverso interviste e post sugli ospiti;
- Collegamenti dai social media: anche i social media possono collegarsi alle tue pagine, dandogli così più importanza agli occhi del motore di ricerca;
- Influencer marketing: i personaggi pubblici del web possono parlare del tuo sito web e creare anch’essi dei collegamenti pertinenti al settore e di qualità;
- Menzioni dai brand: quando collabori con altri brand, questi creano a loro volta un collegamento che incide sull’immagine che vuoi creare del tuo sito sul web.
Vista così la SEO Off Page sembra fuori dal tuo controllo. In realtà, tu puoi gestire i backlink che rimandano al tuo sito e dissociare quelli che provengono da siti di dubbia reputazione (vedremo come!), nonché creare collaborazioni con blogger e influencer.
Cos’è una SERP e come leggerla
Per lavorare bene con la SEO è importante sapere cos’è, e su questo non si discute. Ma, ancor prima, è importante sapere come funziona la SERP.
D’altronde, se tu volessi percorrere la Parigi Dakar dovresti prima conoscere il territorio per poter scegliere il mezzo migliore con cui affrontarla, giusto?
Lo stesso vale per la SEO, devi conoscere il territorio sul quale operi.
Nel momento in cui un utente digita una query nel campo di ricerca sul web e clicca Invio, gli appare una lista di risultati cliccabili. È un elenco di pagine web specifiche che rispondono al suo intento di ricerca.
Questa è la SERP.
Ricordati che ciascuna SERP è unica in base alla query digitata. In realtà, anche digitando la stessa query sul medesimo motore di ricerca puoi ottenere risultati differenti in base ad alcuni fattori come, ad esempio, la posizione geografica in cui ti trovi.
Questo accade perché il motore di ricerca tenta di personalizzare quanto più possibile l’esperienza di ogni singolo utente.
Ma come si leggono i risultati? Questi devono essere divisi in due gruppi:
- A pagamento;
- Organici.
I risultati a pagamento sono i primi che vedrai in cima alla lista e sono in una posizione privilegiata proprio perché i proprietari dei siti hanno pagato per dargli visibilità. Puoi facilmente individuarli perché nella parte testuale compare la dicitura “Ad”.
Subito dopo appaiono tutti i risultati organici. I primi sono quelli meglio ottimizzati dal punto di vista SEO e a seguire vengono tutti gli altri.
I risultati sono mostrati sotto forma di box con una serie di dati generali:
- Titolo della pagina (title);
- Url della pagina;
- Snippet con una breve descrizione dell’argomento (meta description).
Questi elementi dovrebbero aiutare l’utente a scegliere il contenuto da cliccare in base alle informazioni che sta cercando.
Differenza tra SEO e SEM
Questi due termini, SEO e SEM, vengono spesso utilizzati in modo intercambiabile, erroneamente, poiché non si ha ben chiaro il loro significato e come differiscono.
La confusione è dovuta anche al fatto che sono strategie diverse ma correlate ed entrambe dovrebbero fare parte della tua strategia di marketing per aumentare la visibilità della tua azienda online.
I risultati di ricerca di Google o Bing sono divisi in due categorie principali: quelli organici e quelli a pagamento.
La SEO, come abbiamo visto, si focalizza sui risultati di ricerca organici.
La SEM è l’acronimo di Search Engine Marketing, il suo obiettivo è sempre quello di ottenere più traffico e visibilità ma non soltanto tramite i risultati di ricerca organica ma anche da quella a pagamento.
Quindi, ti permette di vedere i tuoi contenuti o il tuo sito web anche nell’area dei risultati di ricerca a pagamento, per esempio tramite PPC (Pay Per Click).
Perciò, la SEM è un termine più ampio all’interno del quale sono compresi la SEO e la SEA (che vedremo tra pochissimo).
Molti testi confondono questi tre termini:
- SEO: strategia per ottimizzare i risultati organici;
- SEA: strategia per ottimizzare i risultati a pagamento;
- SEM: strategia che comprende SEO e SEA.
In linea generale, che vale sia per Google che per Bing, con il PPC fai un’offerta in denaro su una parola chiave specifica e quando qualcuno la cerca verrà visualizzato il tuo annuncio. Dopodiché, solo quando l’utente clicca sul tuo annuncio tu pagherai l’importo offerto.
Siccome questa è una guida SEO non approfondiremo tutte le funzionalità delle modalità a pagamento in questa sede, ma ci concentriamo nello specifico sui risultati di ricerca organici.
Differenza tra SEO e SEA

Abbiamo già accennato cos’è la SEA per dissipare fin da subito qualsiasi dubbio o fraintendimento, ma ora vediamo più da vicino di cosa si tratta.
La più grande differenza tra SEO e SEA è il fatto che nella prima non è presente nessuna tipologia di pagamento al motore di ricerca per il posizionamento del risultato. Ecco perché i risultati vengono definiti “organici”.
Nella SEA, invece, vengono creati dei risultati “a pagamento” proprio perché l’inserzionista paga il motore di ricerca per far apparire una determinata pagina nella SERP.
Tutto chiaro fin qui? Allora procediamo.
La piattaforma con cui vengono creati gli annunci su Google, la più famosa in realtà, si chiama Google Ads. Le campagnePay Per Click (PPC) a cui abbiamo accennato poco fa sono le più vantaggiose per posizionare i risultati perché chiedono un pagamento solo quando un utente clicca effettivamente sul risultato e questo è molto conveniente per l’inserzionista. E la logica è quella dell’asta, più sei disposto a pagare più scali i risultati.
Come funzionano i motori di ricerca

Ora potresti chiederti: ma come fa il motore di ricerca a scegliere i risultati?
Il motore di ricerca non è altro che una macchina, un sistema di risposta, con il compito di trovare una soluzione a un particolare quesito e, benché spesso cambino gli algoritmi, è caratterizzato da tre funzioni di base:
- Scansione: attraverso questa funzione scandaglia tutto Internet cercando, tra le pagine web esistenti, quelle più pertinenti in base all’intento di ricerca e lo fa attraverso l’URL delle diverse pagine con i crawler, chiamati anche bot o spider (questi seguono determinati algoritmi e decidono quali siti scansionare e con che frequenza);
- Indicizzazione: i contenuti vengono inseriti all’interno di un indice andando a creare un database con miliardi di pagine web, un vero e proprio archivio organizzato e ordinato, e queste informazioni verranno poi messe a confronto tra loro per misurare l’importanza delle pagine rispetto ad altre simili;
- Classificazione: ordina i risultati partendo da quello che gli sembra più pertinente poiché risponde meglio all’intento di ricerca dell’utente, fino a quelli meno soddisfacenti, perciò se l’algoritmo del motore di ricerca assegna un buon punteggio di ranking ai tuoi contenuti web, allora questi vengono posizionati in prima pagina o, addirittura, in uno dei primi posti della SERP.
Ciò significa che il tuo sito web, per apparire agli utenti, deve essere scansionato, indicizzato e infine classificato dal motore di ricerca.
Questo generalmente avviene in automatico per tutte le pagine create correttamente, a meno che il tuo sito sia nuovo, che il motore di ricerca ti consideri spam oppure la struttura non sia di chiara lettura.
Tra poco vedremo come aiutare Google a trovare i tuoi contenuti.
Quali sono gli intenti di navigazione e perché sono importanti per la SEO
Come si comportano gli utenti quando effettuano una ricerca su Google? E come questo è rilevante per la tua attività SEO?
Se hai un sito web è normale che tu voglia posizionare le tue pagine tra i primi risultati della SERP e la tendenza maggiormente diffusa è quella di considerare il volume di ricerca di una particolare parola chiave. Si tratta di una metrica che valuta quante volte una data parola viene cercata dagli utenti sul web in un lasso temporale.
In realtà, ancor più importante del volume di ricerca è l’intento di ricerca.
Le query che gli utenti digitano sui motori di ricerca possono appartenere a tipologie molto diverse tra di loro, possono infatti essere ricerche generali così come indagini specifiche.
Le query possono riferirsi a:
- Domande generali: l’utente pone una vera e propria domanda al motore di ricerca (ad esempio, “dove andare in vacanza a gennaio”) poiché sta cercando delle informazioni su un argomento;
- Ricerca di un sito web specifico: in questo caso l’utente sa cosa sta cercando e lo digita direttamente per ottenere un risultato ben preciso (ad esempio, vuole accedere al sito di Apple);
- Azione: l’utente vuole comprare un prodotto o servizio e questo intento è quello che maggiormente interessa i proprietari degli e-commerce che devono saperlo sfruttare al meglio.
Chi fa SEO deve chiedersi se il suo contenuto deve essere mostrato a chi sta semplicemente cercando informazioni, a chi conosce un marchio e vuole visitarne il sito oppure se è già pronto per un’azione concreta.
In base all’intento di ricerca, l’esperto SEO deve creare un contenuto ad hoc che dia solo delle informazioni generali o che, al contrario, inviti all’azione intercettando l’utente nel momento giusto.
Le basi di una strategia SEO
Fino ad ora abbiamo messo le prime basi per affrontare il nostro discorso sulla SEO. Adesso è arrivato il momento di entrare un po’ più nel merito dell’argomento.
La SEO comprende tante attività più o meno complesse e tecniche che richiedono differenti conoscenze. Oltretutto, è un mondo caratterizzato da continui cambiamenti, infatti gli specialisti della SEO sono in costante aggiornamento per imparare sempre cose nuove. Ma da quali bisogna partire?
Per chi approccia questa materia per la prima volta, o quasi, è bene muovere un passo per volta.
Indicizzazione di un sito
Per capire se il tuo sito web è presente su Google puoi fare una cosa molto semplice: digitare nella barra di ricerca “site: l’URL dell’home page” e vedere cosa appare.
Se il sito non appare? Significa che non è indicizzato.
Abbiamo già accennato ai motivi per cui il tuo sito potrebbe non essere indicizzato:
- È un sito nuovo;
- Non è collegato ad altri siti web;
- La struttura non è chiara;
- Sul sito sono stati impostati particolari criteri che impediscono a Google la scansione;
- Google ha tentato di effettuare la scansione ma ha ricevuto un errore.
Se il tuo sito non è ancora indicizzato, niente paura. Puoi suggerire a Google cosa fare attraverso la Google Search Console.
La Search Console è lo strumento gratuito di Google che permette di monitorare l’andamento del tuo sito web. In parole più semplici, potrai comprendere come Google vede e valuta il tuo sito e mantenere il controllo sul suo buon andamento.
Conoscendo la situazione del tuo sito è possibile intervenire se si dovessero riscontrare anomalie o peggioramenti nella sua buona salute o qualità.
In particolare, grazie a Google Search Console puoi:
- Verificare se Google può accedere a tutte le pagine del tuo sito;
- Integrare sitemap o feed;
- Controllare per quali parole chiave il tuo portale ottiene il maggior traffico;
- Conoscere quali siti web hanno link che puntano al tuo sito;
- Verificare la presenza di azioni antispam o anomalie dannose per il tuo sito.
Search Console fornisce informazioni sulla modalità di scansione, indicizzazione e posizionamento dei siti web da parte di Google.
Come puoi aiutare Google a trovare i tuoi contenuti
Se Google non trova automaticamente i tuoi contenuti, spetta a te aiutare il motore di ricerca a trovarli.
Come? Inviandogli una sitemap.
Non lasciarti spaventare dal nome. Una sitemap non è altro che un file relativo al tuo sito web che spiega a Google quali pagine sono state appena create e quali sono state modificate.
In poche parole, attraverso la sitemap dici a Google dove guardare.
Nella sitemap non ci sono solamente le informazioni sulle pagine web, ma anche sulle immagini, sui video e su qualsiasi altro contenuto sia presente sul tuo sito, testuale o multimediale che sia.
Inoltre, la sitemap fornisce anche le informazioni su come questi contenuti sono correlati tra loro. Ciò significa che Google può trovare una pagina anche tramite un link presente su altre pagine.
In generale, se le pagine del tuo sito sono ben collegate, Google non dovrebbe avere problemi a eseguire la scansione anche senza la sitemap. Tuttavia, noi consigliamo sempre di inviarla, soprattutto quando i siti sono molto complessi oppure sono nuovi, per aiutare la scansione. La sitemap deve essere creata con un protocollo standard e puoi farlo seguendo la procedura su Google Search Central, precedentemente noto come Google Webmaster, uno strumento che ti consente di rendere il tuo sito rilevabile nella Ricerca Google.
Come puoi bloccare i contenuti che non vuoi che vengano visti
Mentre suggerisci a Google quali pagine deve guardare del tuo sito, puoi anche dirgli cosa invece deve ignorare. Possono infatti essere presenti delle pagine con informazioni sensibili oppure delle pagine poco utili per gli utenti e tu puoi bloccarne la scansione.
Per farlo deve essere inserito nella directory del tuo sito un file chiamato robots.txt, il quale indica al motore di ricerca a quali parti del sito ha accesso.
Sappiamo che queste procedure possono sembrarti complesse all’inizio, ma ricorda che su Google Search Console sono presenti tutti gli strumenti di cui hai bisogno.
A dimostrazione di questo, puoi trovare anche il generatore di file robots.txt.
Questo metodo è quello più indicato quando vuoi occultare pagine inutili per gli utenti, ma è poco sicuro per le pagine con informazioni sensibili.

SEO
Scopri come possiamo aiutarti a ottenere più traffico sul tuo sito web o sul tuo negozio online.
- Strategia SEO
- Content Marketing
- Ottimizzazione sito/e-commerce
Per queste ultime devi ricorrere a una procedura diversa: utilizza il tag “noindex”.
In questo modo la pagina non verrà visualizzata su Google, anche se può essere raggiunta dagli utenti che possiedono un particolare link di accesso. Dopodiché, puoi proteggere il contenuto chiedendo agli utenti autorizzati di inserire una password per dimostrare la loro facoltà di accesso.
Se ti sembra troppo ostico per te, dato che stai muovendo i primi passi nella SEO, sappi che noi possiamo assisterti.
Come puoi aiutare Google a capire meglio i tuoi contenuti
Per aiutare il bot di Google a capire il contenuto di una determinata pagina, dovresti curarla in tutti i suoi elementi. Considera sempre che il bot, quando scansiona la pagina, dovrebbe riuscire a vederla esattamente come la vedono gli utenti.
Google stessa dà delle indicazioni sugli elementi da curare, che sono:
- Creare titoli di pagina univoci: il titolo dice sia agli utenti che al motore di ricerca qual è l’argomento della pagina e per questo motivo il titolo deve essere diverso per ogni pagina del sito;
- Controllare link e snippet: il box che appare nella Ricerca Google deve essere curato in ogni sua parte, dall’URL alla descrizione, e deve essere anch’esso univoco;
- Tag nella meta descrizione: serve per fornire a Google un riassunto di ciò che è contenuto all’interno della pagina e può essere composto anche da un paio di frasi esaustive;
- Markup dei dati strutturati: alle varie pagine del sito possono essere aggiunti dei dati strutturati (come, ad esempio, il prezzo di un prodotto in una pagina di vendita) che ne descrivano il contenuto ai motori di ricerca aiutandoli a capirlo e a mostrarlo in modo accattivante tra i risultati di ricerca.
La regola fondamentale da seguire è sempre quella dell’unicità di ogni singolo contenuto, non dimenticarlo mai!
Ora vediamo nel dettaglio come curare tutti questi aspetti, conciliandoli con quanto già detto sulla SEO.
Come scegliere le parole chiave per i tuoi contenuti
La ricerca delle parole chiave, o keyword research, identifica il processo di scoperta delle parole o insiemi di parole che le persone utilizzano sui motori di ricerca in relazione al tuo business.
Per poterla fare bene è necessario concentrarsi sul pubblico di riferimento e utilizzare le parole chiave che esso cerca in modo da raggiungerlo.
La keyword research fornisce dati che aiutano a rispondere a queste domande:
- Cosa cercano i miei potenziali clienti?
- In quanti stanno cercando queste informazioni con queste parole?
- Che tipo di contenuti desiderano trovare per avere informazioni?
Come facciamo a sapere quali sono le parole che le persone digitano per trovare quello che cercano?
Il primo passo è partire da ciò che hai e che conosci, quindi il tuo business. Probabilmente hai già in mente dei termini inerenti ai tuoi prodotti, servizi o argomenti che tratti nel tuo sito web e per i quali desideri posizionarti.
Bene, prendiamo quei termini e li inseriamo in uno strumento per la ricerca delle parole chiave come Semrush, Moz Keyword Explorer, UberSuggest, Google Trends o, il più creativo, AnswerThePublic. Questo ci permette di ottenere una lista di keyword con i volumi di ricerca mensili per ogni parola.
A questo punto devi saper scegliere tra le keyword a coda lunga e le keyword a coda corta!
Le keyword a coda corta sono composte da non più di tre termini e si riferiscono ad argomenti molto ampi come “abito da sera”. Hanno un volume di ricerca alto ma sono anche paurosamente competitive.
Le keyword a coda lunga, invece, sono più specifiche poiché composte da un maggior numero di termini, come “abiti da sera da donna eleganti”. Queste keyword hanno un volume più basso ma spesso convertono meglio e sono indicate per i siti molto giovani.
Come creare titoli performanti per i motori di ricerca
Se il contenuto è il primo aspetto fondamentale della SEO, il tag title è sicuramente il secondo.
Un buon titolo, e stiamo parlando del titolo che viene visualizzato nella SERP, non solo deve essere accattivante per l’utente (deve urlare: cliccami!) ma deve anche essere ottimizzato dal punto di vista SEO.
Ti sembra difficile? Ogni buona giornata ha bisogno di una sana sfida.
Facciano un piccolo riepilogo prima di partire: il titolo normale è quello che appare all’interno della pagina web mentre il tag title è il titolo che appare nella SERP.
Chiarito questo, facciamo un passo avanti.
La prima regola che non devi mai dimenticare è che il tuo titolo viene letto da persone reali, questo significa che non deve essere un’accozzaglia di parole chiave senza senso.
A volte, il titolo della pagina e il tag title coincidono. Ma non sempre.
Per scrivere un titolo performante per Google devi ricordare che:
- Non deve essere troppo lungo (altrimenti il motore di ricerca ne occulta il finale e questo scoraggia l’utente a cliccare);
- Deve contenere la parola chiave principale che hai inserito anche all’interno del contenuto;
- Deve far leva su un’emozione dell’utente (ricorda che la persona vuole sempre ottenere un beneficio da ciò che legge perché sta effettuando quella ricerca sul web per soddisfare un bisogno o un’esigenza).
Queste sono delle sane regole che devi sempre ricordare. Tuttavia, non dimenticare mai di tenere sotto controllo ciò che fa Google. Il motore di ricerca, infatti, potrebbe cambiare alcuni di questi elementi automaticamente.
Perciò:
- Opta per un tag title diverso dal titolo della pagina;
- Ricorda di scrivere il tag title manualmente;
- Non sforare i 69 caratteri;
- Crea tag title univoci;
- Puoi inserire il tuo marchio ma senza esagerare.
Ora nessuno potrà resistere ai tuoi titoli!
Come creare URL SEO Friendly

L’URL è uno dei primi elementi che vengono visualizzati sia dal motore di ricerca che dagli utenti. Per la precisione, l’URL appare sopra al titolo.
Ora, pensa a certi URL lunghi un’intera riga e composti da numeri e lettere inseriti a caso, senza un senso logico. Google non capisce nulla dell’argomento di cui stai parlando e l’utente non potrà mai ricordarselo, tutto questo gioca a tuo sfavore.
È un incubo sia per Google che per l’utente!
Per evitare di cadere in questo banale errore, devi creare URL parlanti che siano SEO friendly.
L’URL deve essere univoco e contenere la parola chiave principale della pagina. In questo è parlante, sta effettivamente dicendo qualcosa del contenuto.
La sua struttura deve essere chiara e semplice perché serve anche agli utenti per capire di cosa si tratta. Non solo al motore di ricerca!
Inoltre, sembra che gli utenti preferiscano URL più brevi, rispetto a quelle che ogni tanto si vedono sul web e che contengono una lista infinita di parole. Bisogna scegliere bene le parole per compilare questo campo così da riuscire a mantenere la brevità ma in modo che anche gli URL risultino esplicativi.
Altre due cose utili da sapere sugli URL: le parole devono essere separate da trattini ed è meglio non fare distinzione tra maiuscole e minuscole.
Se per caso hai notato che sul tuo sito ci sono URL che presentano caratteri misti, niente paura perché è una cosa che si può sistemare. Basta chiedere di aggiungere una formula di riscrittura in quel campo noto come file.htaccess per rendere automaticamente tutto minuscolo.
Se non sai a chi chiedere, la nostra agenzia SEO può farlo per te.
Come ottimizzare le meta descrizioni delle tue pagine
La meta descrizione è un elemento HTML che descrive i contenuti di una pagina. Ciò che scrivi in questo campo verrà mostrato nei risultati di ricerca sotto al titolo di pagina.
È utile ai lettori per farsi un’idea di quello che troveranno nel testo, quindi anche la meta descrizione, come il titolo, deve essere attraente ed esplicativa per invogliare gli utenti a cliccare.
Vediamo che cosa rende una meta descrizione efficace:
- Rilevanza: quello che si scrive nella meta descrizione dovrebbe essere pertinente al contenuto e riassumere il concetto chiave della pagina. In questo campo bisogna fornire all’utente informazioni sufficienti per fargli sapere che nel contenuto troverà quello che sta cercando ma anche per invogliarlo a scegliere proprio quella pagina;
- Lunghezza: le meta descrizioni hanno un numero massimo di caratteri, circa 157, dopodiché vengono troncate. Quindi è meglio restare all’interno di quel range oppure superarlo di poco per non rischiare che gran parte di quello che viene scritto poi risulti nascosto.
Spesso capita che le meta descrizioni vengano fatte un po’ di fretta e senza dargli peso, invece sono preziose ed è bene dare loro la giusta importanza.
Come usare gli heading per sottolineare una parte importante dei tuoi contenuti
In ogni pagina o articolo di blog dovranno essere presenti dei titoli, quello principale e poi uno per ogni paragrafo.
Questi titoli sono elementi che in codice HTML sono riconosciuti in una gerarchia che va da H1 ad H6.
Il tag H1 è riservato al titolo della pagina e ognuno dovrebbe essere univoco e descrittivo. Quello che inserisci in questo campo verrà visualizzato nei risultati di ricerca. Può determinare la prima impressione che le persone si fanno del contenuto, più è convincente e più attrarrà i click degli utenti.
Per quanto riguarda gli altri titoli, non è obbligatorio usarli tutti, ma servono per dare alla pagina una struttura logica.
Dunque, il titolo H1 descrive l’argomento generale del contenuto, gli H2 servono per introdurre argomenti secondari ma comunque principali per importanza, gli H3 sono tag ancora più specifici che vengono usati per ampliare l’argomento trattato nell’H2 precedente e così via.
È importante rispettare sempre questa gerarchia.
Funziona un po’ come una matrioska aperta: l’argomento principale deve contenere quelli secondari, questi a loro volta degli altri sotto-argomenti inerenti ecc.
Dare questa struttura serve per mettere in ordine i contenuti e renderli più fruibili sia ai bot dei motori di ricerca che agli utenti.
Ricorda che la SEO non riguarda solo i motori di ricerca, ma piuttosto l’intera esperienza dell’utente.
Come aggiungere i dati strutturati per aiutare i motori di ricerca a capire i tuoi contenuti

Abbiamo già fatto la conoscenza dei dati strutturati, sono quelle informazioni che dicono ai motori di ricerca di cosa sta parlando il tuo contenuto e aiutano a mostrarlo agli utenti in modo più accattivante nella SERP.
Ma come si aggiungono questi dati così importanti? Niente panico, Google corre in tuo aiuto!
Per aggiungere i dati strutturati devi fare la conoscenza con l’assistente per il markup dei dati strutturati di Google.
Quando apri questo strumento visualizzi una schermata iniziale che ti fa scegliere la tipologia di dati che intendi aggiungere come applicazioni software, eventi, recensioni sui libri ecc.
Dopo aver selezionato la tipologia di dati che ti interessa devi collegare l’URL della pagina web interessata e cliccare su “Inizia la codifica”.
Lascia fare allo strumento il suo lavoro e, quando avrà finito, dovresti visualizzare la tua pagina web sulla sinistra e una maschera con gli elementi sui dati sulla destra. A ogni elemento puoi assegnare un determinato tag.
Al termine di questa operazione è necessario creare l’HTML, dopodiché dovresti visualizzare il markup. Puoi eseguire il download dei dati in HTML per poi aggiungerli al CMS del tuo sito. Questo passaggio è un po’ complesso, soprattutto se sei alle prime armi, perciò ti consigliamo di affidarti a degli esperti SEO che possano supportarti.
È molto importante essere pazienti. Se non vedi subito le informazioni nella SERP non spaventarti, Google ha bisogno di tempo per metabolizzarle. In ogni caso, questo lavoro aiuterà il motore di ricerca a dare un senso al tuo contenuto.
Come ottimizzare le immagini

Le immagini sono elementi indispensabili all’interno di pagine e articoli, ma sono anche le maggiori colpevoli (insieme ai video) di pagine web lente.
Ecco perché le immagini devono rispettare misure e formati compatibili con la tua piattaforma web o devono essere compresse con appositi strumenti.
In generale è meglio prediligere il formato JPEG, che è quello standard per il web anche se non sempre mantiene un’alta risoluzione. Altrimenti puoi usare il PNG-24 se la tua immagine ha molti colori, o il PNG-8 se ne ha pochi. Di solito i PNG vengono utilizzati per immagini che richiedono qualità e trasparenza, come i loghi per esempio.
Quando si carica un’immagine su un sito web ci sono altri tre campi importanti da compilare:
- Testo alternativo (ALT);
- Didascalia;
- Titolo (attributo title).
L’ALT (testo alternativo) è fondamentale perché è quello che lo spider del motore di ricerca legge per capire cosa rappresenta l’immagine. La didascalia è la parte di testo che poi appare sotto l’immagine e funge da descrizione per l’utente. Il titolo è quella frase che si vede quando si passa con il mouse sopra ad un’immagine e serve per avere approfondimenti sulla stessa.
È bene compilare questi tre campi pensando ad ognuno con la sua funzione specifica.
Come inserire i link interni ed esterni sulle tue pagine o articoli
A proposito di struttura, è importante che tutto il tuo sito web sia organizzato rispettando una struttura di collegamento, sia interno che esterno.
Il link interno è un link presente in una pagina del tuo sito che rimanda a un’altra pagina dello stesso sito.
Questi link sono utili per:
- La scansione del tuo sito web da parte del motore di ricerca: quando colleghi tramite link delle pagine tra loro è come se dicessi ai crawler di seguire quelle strade virtuali per trovare tutti i contenuti che per te sono rilevanti;
- Perfezionare l’esperienza utente: sono utili anche agli utenti interessati ad approfondire quell’argomento e possono trovarlo a portata di click;
- Il tuo posizionamento: se colleghi sapientemente le pagine del tuo sito, Google avrà più chiara la struttura generale e ti premierà.
I tuoi link devono essere inseriti in parole dette “anchor”. Funzionano proprio da ancore e inviano dei segnali ai motori di ricerca riguardo al contenuto che si troverà nella pagina di destinazione.
Per esempio, un testo di ancoraggio potrebbe essere “consulenza SEO” e il link collegato potrebbe portare ad una pagina in cui spieghi di più sulla consulenza o offri il servizio.
Attenzione, però!
Non esagerare con i link interni perché l’abbondanza potrebbe essere percepita come un modo per manipolare i fattori di ranking.
A fianco dei link interni esistono i link esterni, ossia collegamenti che conducono ad altri siti web.
Questi aiutano:
- L’utente: forniscono approfondimenti interessanti su ciò che sta leggendo;
- Il motore di ricerca: un buon collegamento può migliorare il tuo ranking.
Ricorda di maneggiare con cura i link esterni, perché questi ti portano beneficio solo se diretti verso siti pertinenti all’argomento di cui stai parlando e autorevoli.
Come creare un’architettura di un sito ottimizzata per la SEO
Devi immaginare la struttura del tuo sito come un albero. Da una parte centrale, il tronco, partono i rami principali e questi, a loro volta, si suddividono in altri piccoli rametti. Il tuo sito web deve avere esattamente questa struttura.
Come mai è importante che sia chiara?
Perché aiuta:
- Il motore di ricerca a capire com’è organizzato il tuo sito e quali sono i contenuti più importanti;
- Gli utenti che in questo modo possono trovare velocemente quello che stanno cercando.
Per pianificare l’architettura del tuo sito devi sempre partire dalla home page, il tronco del tuo albero. È infatti la pagina principale da cui si deve capire chi sei, cosa fai e quali sono le aree principali del sito stesso. Ed è anche la pagina più visitata.
Il flusso deve funzionare in tal senso: dall’argomento più generico a quello più specifico.
Tutte le pagine del tuo sito devono essere raggiungibili tramite link e puoi anche decidere di aggiungere un breadcrumb, ossia una riga di link (generalmente si trova nella parte superiore della pagina) per permettere agli utenti di tornare velocemente dalla pagina specifica a quella generica.
Ad esempio: Destinazioni di viaggio > Europa > Italia > Toscana
Sfruttiamo questo esempio per darti un altro consiglio: crea collegamenti testuali e non solo per immagini.
Questo stratagemma permette sia agli utenti che al motore di ricerca di capire meglio la struttura del sito.
Ogni tanto controlla l’architettura perché potrebbero crearsi delle pagine 404 a causa di articoli cancellati o modificati. Queste pagine vanno eliminate perché sono negative sia per l’utente che ci capita sopra sia per i motori di ricerca che andrebbero ad indicizzarle. Per bloccarle vale sempre il sistema del file robots.txt.
Cos’è la link building

La link building è un’importantissima strategia SEO che si occupa della creazione di collegamenti tra il tuo sito e altri siti esterni, collegamenti che possono essere richiesti, scambiati o acquistati.
Facciamo un esempio: Se la pagina A crea un link esterno che rimanda alla pagina B, possiamo dire che la pagina B ha ottenuto un backlink dalla pagina A.
La link building è la strategia che si occupa di controllare la qualità dei collegamenti che rimandano al tuo sito.
Come mai dei link sono così utili per la tua reputazione sui motori di ricerca?
Lo vedremo tra pochissimo nel dettaglio, per ora ti basta sapere che non solo sono importanti per il tuo sito. Sono essenziali.
Una buona link building genera valore e autorevolezza agli occhi di Google e questo migliora il posizionamento del tuo sito.
Qui arriva la parte divertente!
Abbiamo dedicato un’intera sezione di questa guida SEO alla link building perché i collegamenti non sono tutti uguali. Alcuni sono buoni, mentre altri sono cattivi. Alcuni portano valore al tuo sito mentre altri lo penalizzano.
Vediamo subito cosa compone la link building e come gestirla per migliorare il tuo posizionamento su Google.
Differenza tra Link earning e link building
Quando parliamo di strategie per attrarre dei link verso un sito, molto spesso stiamo parlando di link building. Tuttavia, esiste un’altra tecnica che ha il medesimo obiettivo ma lo fa in modo diverso.
Stiamo parlando della link earning.
Ti ricordiamo che la link building è quella strategia che si occupa della creazione di link provenienti da altri siti e che, per farlo, organizza uno scambio oppure lo chiede a fronte di un pagamento. Nella link building la qualità del contenuto che ottiene il backlink è messa in secondo piano, quello che conta è ottenere un link da un altro sito di settore e autorevole.
La link earning, invece, punta a creare dei contenuti qualitativamente elevati che creano così tanto valore per gli utenti da indurli a condividerli e linkarli, creando dei collegamenti naturali!
Cosa cambia tra le due per il motore di ricerca?
Dato che i backlink aumentano il ranking di un sito, molti marketers si sono lanciati in link building aggressive. Queste creano poco valore per gli utenti perché non portano a collegamenti di qualità e, progressivamente, sono state scoraggiate anche dal motore di ricerca.
Google, soprattutto negli ultimi anni, ha cercato di premiare sempre di più i contenuti di qualità e i link naturali per valorizzare il lavoro svolto e non la furbizia strategica. Infatti, penalizza tutto ciò che è acquisto di link, scambio massiccio di link oppure l’ottenimento di link di bassa qualità, ad esempio, tramite le directory.
Ovviamente, la link earning ha uno svantaggio: richiede molto tempo, poiché i tuoi contenuti devono circolare ed essere conosciuti.
Ecco perché, in particolar modo all’inizio, tutti partono dalla link building.
Perché i backlink sono così importanti?
Immagina Internet come una enorme gara dove tutti i partecipanti cercano di raggiungere le prime posizioni, esattamente come avverrebbe in una corsa a ostacoli!
Le strategie SEO esistono per questo, per permetterti di ottenere valore agli occhi del motore di ricerca.
Come possono aiutarti i backlink?
Nel caso in cui fossero naturali e spontanei (come dovrebbe essere), significherebbe che uno o più siti web hanno trovato interessante un tuo contenuto a tal punto da creare un collegamento con esso.
Il ragionamento di Google è questo: se tanti siti reputano una pagina degna di nota, significa che lo è veramente e per questo deve essere premiata con un buon posizionamento nella SERP.
Da qui è facile dedurre perché Google, negli ultimi anni, sta combattendo duramente contro le compravendite e le altre pratiche scorrette. Al motore di ricerca i link servono per capire quali sono i contenuti più meritevoli da mostrare agli utenti.
Come viene calcolato il PageRank

Il PageRank è l’algoritmo utilizzato da Google per calcolare l’importanza di una determinata pagina web. Puoi immaginarlo come una formula matematica che valuta l’importanza di una pagina del tuo sito attraverso i link.
Dopo aver effettuato la scansione, assegna alla pagina un punteggio. Questo è il PageRank di un determinato contenuto.
È lo strumento che usa Google per ordinare i risultati di ricerca e offrire agli utenti quelli più interessanti in base all’intento che hanno mostrato.
Sono tantissimi gli elementi che influenzano la valutazione. Vanno infatti dalle scelte linguistiche operate nel contenuto al numero di click degli utenti su un link.
Come avviene il calcolo? Con una formula che potrebbe sconvolgerti la prima volta.
Ogni collegamento tra una pagina e l’altra fornisce un voto. Nella formula vengono considerate tutte le pagine coinvolte e il numero dei collegamenti in uscita. Nella formula viene considerato anche il cosiddetto “fattore di smorzamento”, ossia l’eventualità che l’utente possa continuare a navigare su una pagina così come uscirne.
Tranquillizzati, non dovrai mai calcolare il PageRank a mano. Su Internet, ovviamente, esistono dei calcolatori automatici.
Nel tempo questo sistema ha avuto vita difficile. Ogni pagina, in origine, otteneva un punteggio che andava da 0 (se non c’erano link che rimandavano alla pagina) a 10. Il problema che è sorto negli anni è che il risultato poteva essere truccato facilmente, e questo ha portato molte persone a dubitare che il PageRank sia tutt’ora funzionante.
Il PageRank è stato aggiornato più volte da Google per combattere lo spam. Oggi viene applicato un PageRank diverso da quello originario, basato non più solo sui link ma anche sui contenuti. Inoltre, hanno perso peso i collegamenti nel menù, sulla barra laterale e a piè pagina rispetto al contenuto vero e proprio della pagina.
Quali tipologie di link esistono
La differenza tra i link si può vedere soltanto quando si analizza il codice HTML. La principale differenza si riscontra tra i link follow e i link nofollow.
Iniziamo analizzandone la forma:
- Link follow: <a href=”https://example.com”>Anchor Text Goes Here</a>
- Link nofollow: <a href=”https://example.com” rel=”nofollow”>Anchor Text</a>
Un link follow è un collegamento tra una pagina web e un’altra, proprio come abbiamo visto prima. Questi collegamenti aumentano il PageRank dei siti collegati.
L’attributo rel=nofollow, che puoi vedere nel secondo esempio, ti consente di collegarti a una risorsa ma dicendo al motore di ricerca di non seguire quella strada. Significa che questi link non influenzano l’autorevolezza del sito collegato. È un modo per assicurarsi che eventuali spammer non ottengano benefici da un abuso di link. In più, un collegamento nofollow potrebbe non minare la tua autorità ma portare traffico prezioso al tuo sito.
Inoltre, Google ha introdotto altri due attributi per i link, che sono: sponsored e user generated content.
Il rel=sponsored è la dicitura sponsorizzato per contrassegnare i link che costituiscono pubblicità o posizionamenti a pagamento. Il rel=ugc (user generated content) è l’attributo che identifica i link di contenuti che sono stati generati dagli utenti, per esempio commenti o post nei forum.
Come si fa a riconoscere un link buono da uno meno buono
Più i link saranno buoni, più il tuo profilo link sarà di qualità. È semplice.
Ma come distinguere i link buoni da quelli cattivi?
Ecco alcune importanti considerazioni da fare per determinare i tuoi collegamenti:
- La pertinenza dei link: se ti colleghi a un argomento in linea con il tuo;
- L’autorevolezza del sito: se ha guadagnato autorità e valore;
- Se il link è follow: vengono suggeriti ai crawler quali strade da seguire;
- Dove si trova il link nella pagina: i link troppo in basso non hanno lo stesso valore di quelli presenti all’inizio del contenuto;
- Anchor text pertinente: il testo di ancoraggio, ossia la parola o le parole che costituiscono la base per il collegamento ipertestuale, deve essere pertinente all’argomento della pagina a cui è collegato;
- Quanti sono i link presenti nella pagina: se il link al tuo sito è uno tra centinaia potrebbe non essere altrettanto prezioso, in ogni caso non esiste una regola fissa sul numero di link, la scelta è dettata dal buon senso.
Anche lo stato del tuo profilo link è un aiuto per i motori di ricerca per capire com’è il tuo sito e come si inserisce nel panorama di Internet.
Esistono vari strumenti SEO che ti permettono di analizzare questo aspetto e comprendere la tua posizione generale, quindi la qualità dei link.
Alcune tecniche facili ma efficaci per la link building
Le tecniche per ottenere dei backlink sono varie ed eventuali, potremmo davvero dire che l’unico limite è la tua fantasia.
Ad ogni modo, ne esistono di più sicure rispetto ad altre, le quali ti assicurano link di qualità che aumentano il valore del tuo sito per il motore di ricerca.
Backlink positivi si ottengono con:
- Guest post: è la tecnica più semplice e diffusa, il sito A crea un articolo da inviare al sito B con all’interno un link, così il sito A ottiene un backlink e il sito B ottiene un contenuto senza sforzo (ovviamente funziona se il collegamento tra i due siti è pertinente);
- Backlink dei concorrenti: anche i concorrenti possono darti dei backlink quando stilano classifiche o parlano di risorse, tuttavia è sempre bene controllare la qualità di questi link con uno strumento di analisi dei backlink;
- Menzioni: se collabori con un marchio puoi chiedergli di creare una menzione che si colleghi al tuo sito web;
- Testimonianze: puoi scrivere tu stesso una testimonianza per un prodotto o servizio e aggiungere il collegamento al tuo sito in accompagnamento al nome;
- Forum: i siti di domande e risposte o di scambio opinioni generalmente forniscono link nofollow però generano un gran traffico al tuo sito se inserisci il tuo link;
- Risorse: se il modo migliore per ottenere dei link naturali è attraverso contenuti di qualità, puoi creare delle guide, delle liste o degli strumenti gratuiti che blogger o influencer potrebbero voler condividere (ricorda che a volte basta solo chiedere);
- Social backlink: condividendo i tuoi contenuti sui social media puoi ottenere dei link nofollow ma, come nei forum, generare un gran traffico verso i tuoi contenuti.
Ricorda che un link può giovarti così come penalizzarti!
Come misurare i risultati di una strategia SEO
Applicare le tecniche viste è estremamente importante, ma lo è ancora di più misurare i risultati ottenuti attraverso l’analisi SEO. In questo modo capisci se ciò che stai facendo è corretto, è sbagliato e puoi capire anche come migliorarlo.
D’altronde, misurazione e monitoraggio sono due delle parole preferite da chi si occupa di SEO.
Infatti, se puoi misurare qualcosa è perché hai dei parametri che ti permettono di valutare il suo grado di efficienza. Di conseguenza, puoi sempre migliorarla.
La cosa importante quando ci si occupa di SEO, come di tutto il resto, è partire con un obiettivo ben chiaro in mente. Questo è l’unico modo per capire se stai andando nella direzione giusta e quanto ti manca per raggiungere il risultato.
Ecco alcune delle metriche SEO da tenere sotto controllo:
- Tasso di conversione;
- Tempo di permanenza sulla pagina;
- Frequenza di rimbalzo;
- Il percorso che gli utenti fanno sul sito;
- Volume di traffico;
- Classifica delle keyword.
La lista sarebbe lunghissima, quindi ci fermiamo qui. Considera che deve essere analizzato e monitorato tutto quello di cui abbiamo parlato in questa guida.
Lo studio delle metriche ti dice:
- Per quali parole chiave sei posizionato e in che posizione si trovano;
- Quali sono le pagine più visitate;
- Informazioni sui tuoi utenti come Paese, sesso, età, ecc.;
- Quanti click ottengono i tuoi collegamenti;
- Quali sono i link più cliccati;
- Come si comportano gli utenti sulle tue pagine;
- E tanto altro.
Le risposte a queste domande guideranno i tuoi passi futuri nella SEO.
Local SEO

La Local SEO, o SEO locale, è il processo per aumentare la visibilità sui motori di ricerca per le attività locali, soprattutto quelle che hanno delle sedi fisiche.
I potenziali clienti trovano risultati, rispetto a quello che stanno cercando, nelle aree vicine, in questo modo le aziende possono attirare i consumatori che sono nella loro stessa zona. Stiamo parlando per esempio delle ricerche in cui gli utenti aggiungono il nome della città, per esempio “ristorante vegetariano a Milano”. Invece, nelle ricerche che non includono il nome della città, i motori di ricerca utilizzano il GPS, in caso di smartphone, per individuare l’area geografica e fornire informazioni pertinenti.
Il servizio messo a disposizione da Google per migliorare la visibilità a livello locale è Google My Business. Dà la possibilità di creare una vetrina dell’attività commerciale visibile su Google Maps, oltre che sui risultati di ricerca del brand.
Anche in questo caso esistono delle linee guida per la Local SEO che consigliano cosa fare e cosa non fare per la creazione e la gestione di queste schede.
Vediamo alcuni principi di base:
- Per essere idoneo alla scheda My Business devi possedere un indirizzo fisico e servire clienti faccia a faccia;
- Aggiungi tutte le informazioni inerenti alla tua attività: nome, indirizzo, numero di telefono, sito web, orari di apertura e tutte le altre eventuali funzionalità.
Adesso vediamo le cose da evitare:
- Non creare una scheda My Business per attività non idonee;
- Non utilizzare indirizzi fittizi al posto di quelli autentici;
- Evita di riempire il nome della tua attività con parole chiave geografiche o di servizio.
Fare questi o altri errori simili, che siano volontari o involontari, ti può costare gravi penalizzazioni da parte di Google.
SEO e Social Media
Avrai già capito, nel corso di questa guida SEO, che anche i social media hanno il loro peso sulla SEO e, di conseguenza, sul posizionamento del tuo sito web sui motori di ricerca.
Pensaci.
Se un tuo contenuto viene condiviso da migliaia di persone su Facebook, Twitter e su altri social, riceve tantissimi like e commenti, vorrà pur dire qualcosa.
È così, tutto ciò dice che hai creato un contenuto interessante e meritevole di attenzione.
Ma se il tuo contenuto è interessante per gli utenti, deve esserlo anche per i motori di ricerca.
È stato proprio Matt Cutts, ingegnere informatico che ha lavorato per Google, a dire che i “social signals” sono uno dei fattori di ranking. Questo accade perché le pagine dei social media sono anch’esse pagine web come tutte le altre, e allo stesso modo vengono scansionate.
Per questo è molto importante che nelle pagine del tuo sito siano presenti i pulsanti per facilitare la condivisione sui social media da parte dei lettori.
Tempo fa esisteva anche Google Plus, il quale sembrava dare maggior valore ai contenuti che venivano condivisi al suo interno. Questa teoria non è mai stata provata al di là di ogni ragionevole dubbio.
SEO su YouTube e SEO su Amazon

Chi si approccia per la prima volta alla SEO spesso pensa che questa si applichi solo ai siti web.
Anche altre realtà, come YouTube e Amazon, assegnano dei punteggi ai contenuti per mostrare agli utenti quelli più meritevoli.
E, indovina, lo fanno attraverso la SEO.
Se crei dei video e vuoi che questi ottengano un buon ranking su YouTube, e quindi un buon posizionamento, devi attuare tecniche precise:
- Ricerca delle parole chiave: anche i video, esattamente come gli articoli sul web, si posizionano tramite parole chiave per apparire nel momento in cui l’utente digita una particolare query (le parole chiave che funzionano di più riguardano tutorial, video divertenti, video pratici e recensioni);
- Scrittura di titoli accattivanti: il titolo è l’elemento che spinge l’utente a visualizzare il video;
- Lunghezza del contenuto: i video più lunghi si posizionano meglio;
- Descrizione: aiuta gli utenti a comprendere meglio di cosa parla il video (ricordati di inserire la parola chiave);
- Qualità del video: come i testi e le immagini negli articoli, anche i video su YouTube devono essere di qualità e ciò significa in alta definizione.
E per quanto riguarda la SEO su Amazon? In un marketplace con milioni di articoli, le parole chiave determinano se il prodotto si posizionerà o meno e la sua probabilità di acquisto gli fa ottenere posizioni più alte.
Le tecniche SEO a cui ricorrere sono:
- Ricerca delle parole chiave;
- Scrittura di un titolo chiaro;
- Cura dei bullet points dove vengono descritte le funzionalità e i benefici del prodotto;
- Immagini varie, contestualizzate e di qualità;
- Descrizione precisa del prodotto;
- Manutenzione costante di recensioni, prezzi, campagne e quant’altro.
Come vedi, il lavoro su queste piattaforme non è tanto diverso da quello sui siti.
Come valutare gli aggiornamenti dell’algoritmo
Ciclicamente Google aggiorna il proprio algoritmo per migliorare sempre di più l’esperienza utente, offrendogli risultati interessanti e precisi per soddisfare al meglio il bisogno che l’ha portato a effettuare la ricerca. Ma anche per contrastare le attività aggressive di chi vuole assolutamente posizionarsi senza curare la qualità dei contenuti.
Cosa comportano questi aggiornamenti per chi fa SEO? Un costante aggiornamento sulle strategie.
Non è possibile posizionare un contenuto oggi con le stesse tecniche impiegate dieci anni fa!
Il Google Penguin del 2012 è stato sicuramente il primo vero salto in avanti sulla valorizzazione dei contenuti piuttosto che delle pratiche SEO. Poi, nel 2013 con Google Hummingbird è stata migliorata l’analisi delle query per offrire risultati sempre più precisi. Successivamente, sono seguiti Pigeon, Payday, EMD e Page Layout.
Nel 2021 i principali aggiornamenti dell’algoritmo hanno riguardato proprio la lotta allo spam sui link.
La domanda che ti sarai sicuramente posto è: devo aver paura degli aggiornamenti?
No, se curi i tuoi contenuti e segui le linee guida di Google sulla SEO.
Gli algoritmi non andranno a vanificare il lavoro fatto finora, certo dovrai mantenerti sempre aggiornato per ottimizzare i tuoi contenuti in base alle nuove regole che verranno.
I migliori strumenti per fare SEO

Non sei solo ad affrontare la SEO, ricordatelo!
Oltre a poter ricorrere a professionisti del settore in qualunque momento, puoi iniziare a capire le dinamiche della SEO attraverso tool sia gratuiti che a pagamento.
Gli strumenti che ti sentiamo di consigliarti già da subito sono i seguenti, suddivisi per obiettivo:
- Ricerca parole chiave: tra i tantissimi strumenti a disposizione, puoi provare Google Trends (per trovare argomenti caldi), Ubersuggest (dove puoi trovare parole chiave con volumi di ricerca, suggerimenti di correlate, top pagine SEO, ecc.) e AnswerThePublic (da una parola chiave apre dei grafici dove ti suggerisce centinaia di spunti per i tuoi argomenti in base alle ricerche degli utenti);
- Contenuti duplicati: per essere sicuro di non creare contenuti duplicati puoi usare Copyscape;
- Velocità della pagina: per controllare quanto il tuo sito si carica velocemente ti consigliamo di usare Google PageSpeed e GTmetrix;
- Scansione del sito: per effettuare qualunque problema relativo alla SEO sul tuo sito lo strumento migliore è Screaming Frog SEO Spider;
- Analisi backlink: i programmi più famosi per analizzare i link e la loro qualità sono Link Explorer e Majestic SEO;
- Analisi dei competitor: puoi tenere sotto controllo i concorrenti e i loro siti con SEOZoom e SEMRush, due strumenti indispensabili;
- Condivisioni sui social media: per scoprire i contenuti generati dagli utenti puoi usare il motore di ricerca SocialMention;
- Analisi delle metriche: per analizzare tutte le metriche relative al tuo sito non puoi fare a meno di Google Analytics e Google Search Console;
- Ottimizzazione per i motori di ricerca: per ottimizzare il tuo sito ti ricordiamo Google Search Central.
Questi strumenti ti aiutano a fare tantissime cose come scoprire gli argomenti più ricercati dagli utenti, trovare le parole chiave migliori, analizzare il tuo sito e molto altro ancora.
Altri approfondimenti da seguire
Questa guida è un’infarinatura dei principali settori che riguardano la SEO, per farti capire che c’è veramente un mondo dietro a questo lavoro.
Ma un mondo interessantissimo, attenzione!
È una vera sfida riuscire a creare al meglio i contenuti affinché si posizionino sui motori di ricerca e possano dare un reale aiuto agli utenti che stanno cercando di risolvere un problema o un’esigenza.
Sul sito di Nextre Digital puoi trovare tantissimi altri contenuti che abbiamo creato relativi al posizionamento di un sito web, di un e-commerce, dei video su YouTube e dei prodotti Amazon.
Ti consigliamo di seguire quotidianamente il nostro blog per approfondire, con articoli creati ad hoc, tutti gli aspetti della SEO di cui abbiamo parlato fin qui.
E, se queste letture non dovessero bastarti, puoi passare allo step successivo.
La Consulenza SEO
A questo punto siamo giunti alla fine. Il percorso è stato lungo e a tratti anche tortuoso, quindi ti facciamo le nostre congratulazioni, ma…
Non è finita qui!
Infatti, ora è il momento di entrare in azione e fare in modo che le tue pagine web conquistino le vette dei risultati di ricerca.
Ad aiutarti ci pensiamo noi di Nextre Digital. Siamo il supporto già di tante aziende e professionisti che desiderano sfruttare il web per la crescita del proprio business.
Perché la SEO è un’arte, non esiste una soluzione preconfezionata valida per tutti.
Ogni azienda in base alla sua storicità, al posizionamento nel mercato, agli obiettivi e al budget deve concentrarsi su aspetti peculiari.
Copiare il tuo competitor non ti basterà per batterlo!
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